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Terapia sostitutiva con testosterone, anche gli andrologi italiani prendono posizione

26 marzo 2015

Anche la Società Italiana di Endocrinologia (SIE) e la Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) prendono posizione sulla terapia sostitutiva con testosterone. Sul Journal of Endocrinological Investigation è stato, difatti, pubblicato di recente un consensus statement sull’impiego della supplementazione con l’androgeno per il trattamento degli uomini con ipogonadismo (definito in base alla presenza di segni e sintomi e specifici e da livelli sierici di testosterone inferiori a12 nmol/l).

Dopo aver esaminato gli studi controllati eseguiti su uomini con un livello di testosterone medio inferiori a 12 nmol/l e partecipato a discussioni interattive, otto medici esperti nel trattamento dell’ipogonadismo hanno valutato i profili rischio-beneficio individuali della terapia sostitutiva con l’androgeno, al fine di produrre linee guida per la pratica clinica.

Gli autori, coordinati dal Mario Maggi, dell’Università di Firenze, hanno analizzato in particolare gli outcome metabolici, ossei e cardiovascolari del trattamento, nonché gli effetti sulla funzione sessuale sulla prostata, e gli effetti avversi.

Innanzitutto, gli esperti italiani raccomandano la supplementazione con l’androgeno per gli uomini con livelli fortemente ridotti di testosterone (inferiori a 8 nmo/l) al fine di migliorare sia la composizione corporea sia la funzione sessuale.

Nel contempo, gli andrologi sottolineano che, sebbene l'efficacia della supplementazione con testosterone nel migliorare la composizione corporea sia stata ripetutamente confermata, tale trattamento non deve essere prescritto alla leggera e come alternativa ad opportuni cambiamenti dello stile di vita.

Inoltre, data l’eziologia multifattoriale della disfunzione erettile, affermano che "la decisione se o quando trattare gli uomini affetti da ipogonadismo per migliorare i sintomi sessuali rimane problematica". Fattori da tenere in considerazione, secondo la task force, sono l'età del paziente e le eventuali comorbidità.

Il team suggerisce anche di offrire l’integrazione con testosterone agli uomini con livelli di testosterone inferiori a 12 nmol/l per migliorare il controllo glicemico, il profilo lipidico, la funzione sessuale, la densità minerale ossea (BMD), aumentare la massa muscolare e ridurre la massa grassa e i sintomi depressivi, ma solo dopo aver escluso la presenza di importanti controindicazioni. Il trattamento viene suggerito anche per migliorare la composizione corporea nei soggetti con diabete di tipo 2 e sindrome metabolica.

Gli autori spiegano che nei pazienti ipogonadici con sindrome metabolica e diabete di tipo 2, alcuni studi - non molti, per la verità - mostrano una tendenza verso un miglioramento del controllo glicemico in seguito alla supplementazione con l’androgeno, ma questo trend non è così evidente nella popolazione generale dei pazienti con ipogonadismo; viceversa, la terapia sostitutiva sembra migliorare il profilo lipidico nell’intera popolazione di pazienti con ipogonadismo, ma non in modo così evidente tra gli uomini ipogonadici con sindrome metabolica e diabete di tipo 2.

Tra gli altri suggerimenti, ci sono quello di offrire la terapia con testosterone agli uomini ipogonadici affetti anche da depressione (in aggiunta alla terapia antidepressiva in atto), per ridurre i sintomi depressivi, e a quelli con infezione da HIV/AIDS, per aumentare la massa magra.

A proposito della sicurezza del trattamento, che negli ultimi tempi è stata al centro di un ampio dibattito, gli esperti sottolineano che “i rischi insiti nel sottoporre uomini anziani affetti da ipogonadismo alla supplementazione con testosterone sembrano essere correlati all'età, a una storia di eventi cardiovascolari precedenti e all’aumento dell'ematocrito".

Pertanto, gli andrologi italiani raccomandano di non prescrivere la terapia sostitutiva con testosterone ai pazienti che presentano condizioni cardiovascolari instabili o livelli elevati di ematocrito, oltre che a quelli con un tumore alla prostata.

E ancora, suggeriscono che non esistono evidenze sufficienti per prescrivere il trattamento con testosterone su larga scala agli uomini fragili, sottoposti a una terapia con glucocorticoidi o con oppioidi o a quelli con una pneumopatia cronica ostruttiva o malattie renali in stadio terminale.

I ricercatori sottolineano, invece, l’importanza di un trattamento tempestivo per gli uomini più giovani o di mezza età, al fine di evitare le conseguenze provocate dall’ipoandrogenismo con l’andar del tempo. In questi pazienti, infatti, il profilo rischio-beneficio appare più favorevole rispetto a quelli più anziani.

"Nei soggetti affetti da ipogonadismo più giovani e di mezza età, questi fattori di rischio sembrano, nel complesso, giocare un ruolo minore rispetto ai potenziali benefici della terapia con testosterone nel ridurre molti altri fattori di rischio cardiovascolare" scrivono gli specialisti.

Ulteriore raccomandazione del team è quella di combinare la supplementazione con testosterone con i trattamenti attualmente disponibili per i pazienti a rischio già elevato di complicanze, tra cui quelli con osteoporosi e/o disturbi metabolici.

"Anche se non c'è dubbio che il testosterone sia un ormone fondamentale per la salute dello scheletro, si dovrebbe fare una diagnosi accurata per caratterizzare l’ipogonadismo, escludendo altre cause responsabili della ridotta densità minerale ossea e cercando di capire il ruolo relativo delle altre comorbidilità, soprattutto negli uomini che presentano una riduzione solo marginale dei livelli di testosterone " aggiungono gli andrologi italiani.

“In conclusione” afferma uno degli autori, Giovanni Corona, endocrinologo, U.O Endocrinologia Ospedale Maggiore-Bologna, la terapia con testosterone deve essere prescritta sotto stretto controllo medico e dopo che sia stata documentata una riduzione dei livelli di testosterone in presenza di sintomi. L’efficacia della terapia è strettamente dipendente dai livelli di testosterone e dalla presenza di comorbilità associate”.

“Il trattamento con testosterone prescritto secondo tali indicazioni” ribadisce l’andrologo “è sicuro e può migliorare diversi aspetti clinici come la funzione sessuale, la composizione corporea e il profilo glicometabolico. 

A.M. Isidori, et al. Outcomes of androgen replacement therapy in adult male hypogonadism: recommendations from the Italian society of endocrinology. J Endocrinol Invest. 2015; doi:10.1007/s40618-014-0155-9.
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